Diritto di recesso: come funziona e quando si può esercitare

Aggiornato il: 24/10/2019
di Alessandro Voci
Pubblicato il: 24/10/2019

Il libero mercato ha dato modo ad ogni utente di scegliere tra decine di operatori differenti anche per quanto concerne l'utilizzo di Internet casaScegliere l'azienda dalla quale acquistare la nostra fornitura Internet non è però un'azione scontata o immediata. Può capitare che, a causa di diverse ragioni, una volta apposta la firma sul contratto di fornitura, l'utente decida di tornare indietro sui suoi passi.

Diritto di recesso: come funziona e quando si può esercitare

E' per questo che la Legge ha permesso il diritto di recesso di ripensamento o ilsemplice diritto di recesso.

In cosa consiste il diritto di recesso per ripensamento

Il diritto di recesso è la possibilità, per un cliente, di ritirarsi dall'accordo appena stipulato.

Nasce a tutela del consumatore a cui, con l'ingresso di molte aziende nel mercato libero, viene concessa molta più facilità nel decidere di passare da un operatore all'altro.

Questo per quanto riguarda il mondo del commercio. Per ciò che concerne il diritto invece, il diritto di recesso è pensato a tutela del consumatore, perchè quest'ultimo è considerato la parte debole tra le parti in atto in un contratto.

Questo perchè si considera che il contratto sia deciso dal venditore e che l'acquirente sia colui che accetta il prodotto.

Certamente, nel caso di acquisti fuori da locali commerciali, come per esempio gli acquisti in rete, la possibilità di provare il bene è pressochè nulla ed è quindi inevitabile appliccare questa legge.

Nello specifico questa legge è chiamata Diritto di Ripensamento.

Normalmente nel ripensamento la merce non è andata al cliente e quindi a quest'ultimo non tocca restituire nulla, cosa che invece nel diritto di recesso molto probabilmente si troverà a fare.

La Legge 52 del codice del consumo recita infatti che nel diritto di ripensamento si potrà recedere dal contratto senza penali purchè non siano trascorsi più di 14 giorni dal contratto.

In tal caso il cliente non dovrà fornire motivazioni sulla scelta.

Il diritto di recesso per ripensamento si applica in diversi settori e per diverse aziende che forniscono servizi per casa, ad esempio:

  • telefonia fissa

  • internet casa

  • telefonia mobile

  • fornitura corrente elettrica

  • fornitura gas

Attenzione: vale sempre e solo per i clienti e non per il venditore.

Il venditore non può retrocedere dalla vendita di un bene una volta acquistato dal cliente. Sappiamo che il mondo del commercio è molto cambiato negli ultimi anni.

Spesso molti accordi si stipulano via interne, telefono e non sempre si ha a che fare direttamente con un venditore. Il commercio in rete ad esempio ha un margine di recesso molto alto.

Questo perchè non sempre, un bene acquistato online, quando lo si visiona dal vivo, è di nostro gradimento come ci si poteva immaginare.

L'articolo acquistato potrebbe non corrispondere con il prodotto visto in rete o non soddisfare i requisiti richiesti. La Legge da il diritto al consumatore di restituire il bene ed essere risarciti. Purchè si seguano le modalità da essa imposte.

Quando non è possibile esercitare il diritto di recesso?

Ogniqualvolta abbiamo la possibilità di provare e testare il bene acquistato, ad esempio compriamo un paio di scarpe in un negozio, il diritto di recesso cessa di esistere. Vi sono altre possibilità di restituzione del bene ma non le approfondiremo in questa sede.

Ci occuperemo invece di capire come funziona il diritto di recesso nel caso della fruitura del servizio di Internet casa.

Tempistiche per poter esercitare il diritto di recesso

Il diritto di recesso presuppone l'esistenza di una regolamentazione che va attentamente osservata. Esiste infatti un termine entro il quale non è possibile usufruire di tale diritto.

Entro il 14° giorno dall'accordo di vendita, il diritto è totalmente eseguibile e gratuito,  tantomeno esistono obblighi, da parte del consumatore, di rendere motivata tale scelta.

In caso si dovesse esercitare il diritto di recesso oltre il 14°giorno, è possibile andare incontro ad una spesa che funge da penale.

Come esercitare il diritto di recesso

Abbiamo già specificato che il diritto di recesso avviene spesso per acquisti eseguiti online o al telefono.

Nella stessa modalità dell'acquisto si provvederà quindi alla richiesta di recesso.

Quindi le modalità più utilizzate sono:

  • online (tramite sito o appositi moduli da scaricare)

  • telefonicamente

  • per raccomandata a/r

  • via pec all'indirizzo mail indicato nel sito dell'operatore

  • tramite fax al numero indiccato nel sito dell'operatore

  • attraverso un telegramma

Ogni modalità utilizzata segue sempre e comunque le linee di guida del Codice del Consumo con riferimento all'art.65.

Come funziona per gli acquisti online?

E' bene tener conto che, nel caso di un acquisto online, il venditore deve esplicitare on chiarezza ed esatezza tutti i termini del diritto di recesso.

Se questa dichiarazione viene a mancare, il consumatore avrà diritto ad esercitare il recesso non più entro 14 giorni ma addirittura entro 12 mesi.

Bisogna quindi prestare molta attenzione, nel caso ad esempio di acquisti di fornitura Internet per casa, che l'azienda con la quale si stipula il contratto, fornisca questo tipo di informativa.

In caso contrario, la possibilità di usufruire del diritto di recesso verrà estesa fino ad un anno.

Agcom: recenti delibere in caso di recesso

L'Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha deciso, con la delibera numero 487/18/CONS, di tagliare in larga parte i costi di recesso applicati a chi decide di cambiare operatore.

Le spese di recesso, secondo la Legge, non possono ammontare ad una cifra che eccede il canone medio mensile pagato dall'utente.

Ad esempio, se si pagano 25 euro di canone mensile con un dato provider, si potrà pagare come spesa di recesso, un massimo di 25 euroE' importante dare garanzia all'utente finale di trasparenza e veridicità.

Questo è essenziale soprattutto in fase di sottoscrizione del contatto ma anche nel post vendita e nelle fasi eventuali customer care. Agcom sostiene sempre chi vuole cambiare operatore o recedere dal contratto.

A questo proposito si è accordata su alcune nuove "Linee guida sulle modalità di dismissione e trasferimento dell'utenza nei contratti per adesione". Citando la delibera 487/18/CONS.

In questo modo si regolamenta il comportamento degli operatori di telecomunicazioni e di reti televisive, rispetto alla gestione del passaggio di utenti da un fornitore all'altro, per quanto riguarda le norme che lo regolano.

Rispetto invece la Legge Concorrenza, le autorità hanno messo nero su bianco che le modalità in cui vengono calcolate le spese di recesso, debbano essere appliccate a tutte le tipologie di costi che vengono addebitati dagli operatori quando gli utenti recedono dal contratto.

E' chiaro che, al momento del recesso, vanno calcolati tutti i sospesi di un utente, quali ad esempio:

  • restituzione, tramite conguaglio, di spese

  • restituzione modem o apparecchiature in comodato d'uso o in affitto

  • date residue

  • restituzione integrale degli sconti appliccati nel contratto

Le linee guida oltre a questi punti fondamentali includono anche altri punti salienti.

Gli utenti che decidono di recedere dal contratto in maniera anticipata possono scegliere se  pagare il saldo residuo in un'unica rata oppure continuare a pagare le rate rimanenti.

Comunque sia, se si dovesse scegliere di procedere al pagamento delle rate,sappiamo, sempre dalle Linee Guida, che la rateizzazione dei servizi non può mai eccedere oltre i 24 mesi.  Questo si intende per esempio per il pagamento dei servizi accessori, servizi di attivazione, sospensione, servizi aggiuntivi e altro.

Abbiamo stilato una lista riguardante i settori che vengono inclusi nella possibilità di usufruire del diritto di recesso.

Ci sono però dei settori che non vengono inclusi dalla legge. Si tratta comunque di prodotti venduti fuori dai locali commerciali, appartenenti a settori particolari, che però spesso non autorizzano la facoltà del recesso entro 14 giorni.

Ecco quali sono:

  • servizi di scommesse e lotterie

  • giornali, riviste e periodici

  • servizi che si riferiscono ad alloggio, trasporti, ristorazione in prenotazione

  • beni e servizi legati ad un tasso di interesse

  • strumenti finanziari (salvo alcuni strumenti di investimento e altre specifiche)

  • prodotti audiovisivi o software che vengono aperti dal consumatore (ma che al momento dell'acquisto erano sigillati)

  • beni consumati su misura in via personalizzata

  • forniture di prodotti alimentari che vengono consegnati con cadenza regolare

  • di servizi la cui esecuzione sia iniziata in modo antecedente ai dieci giorni lavorativi

  • costruzione e acquisto di beni immobili

Secondo la Legge Concorrenza l'utente deve sempre essere a conoscenza di quanto potrebbe pagare se dovesse decidere di recedere dal contratto.

Questo perchè per ogni mese trascorso con il contratto in essere potrebbe modificarsi l'importo delle spese di recesso.

Ribadiamo che se siamo nel caso del diritto di recesso entro 14 giorni, conosciuto come diritto di ripensamento, abbiamo precisato che l'utente non avrà alcuna spesa.

Ma torniamo al punto specificato all'inizio, ovvero il recesso per il contratto di linea internet, dove ci soffermeremo su alcune prerogative da sottolineare.

Vi sono tre differenti tipi di scioglimento da un contratto:

  • disdetta

  • recesso anticipato

  • migrazione

Dare disdetta di un contratto significa, trascorsa la sua naturale scadenza, non rinnovare  la decisione di proseguire nella sua attuazione. Questo accade spesso per i contratti di fornitura internet casa, che di norma ad esempio possiedono una durata massima di 2 anni.

Se invece si tratta di recesso anticipato parliamo di un contratto che è ancora in essere e quindi la sua durata naturale non è ancora scaduta ma, l'utente ad esempio decide di voler sciogliere il contratto unilateralmente e in anticipo.

Se invece abbiamo a che fare con la migrazione abbiamo a che fare con un utente che sceglie di eseguire un passaggio da un operatore ad un altro, senza costi -a volte secondo la norma della portabilità- e può decidere di seguire due strade.

Se segue la migrazione in portabilità sarà il nuovo operatore ad occuparsi di spese residue, varie ed eventuali rimaste appese ai crediti del vecchio operatore. Altrimenti c'è una modalità più breve ma a carico dell'utente, ovvero sarà quest'ultimo ad occuparsi di disdire il vecchio operatore ed aprire il contratto ex novo con il nuovo fornitore.

Entrambi i casi sono regolamentati dalla Legge e da discipline aggiornate che disciplinano i comportamenti degli attori del contratto.

Gli operatori sono sempre obbligati ad informare gli utenti sulle tempistiche che vengono utilizzate nelle fasi di recesso dai contratti di fornitura. Questo è molto importante perchè un utente non deve correre il rischio di rimanere senza fornitura.

Non avendo vincoli temporali il recesso lo si può richiedere in qualsiasi momento, escluso ovviamente quello grauito che è da intendere entro i 14 giorni dalla stipulta del contratto. Il preavviso sul recesso da parte del cliente non può però mai superare i 30 giorni.

Quindi la durata massima del termine di preavviso è di 30 giorni.

Quanto costa disdire o recedere?

Sebbene ogni operatore abbia costi differenti per quanto riguarda recessi e disdette, si può raggruppare la spesa secondo le tipologie di connessione e quindi:

  • 57 euro in media è il costo di una cessazione di linea telefonica, per fibra ottica, senza passaggio ad altro operatore

  • 61 euro di spese invece per la cessazione della fornitura in ADSL, sempre senza passaggio ad altro operatore

  • 18 euro per penale di recesso anticipato della fibra ottica (abbiamo detto come non possa superare il canone mensile personale)

  • 11 euro di penale per recesso anticipato di contratto di ADSL

Bisogna porre molta attenzione quando si accettano tariffe promozionali.

Infatti il provider che vorrà ritagliarsi la sua fetta di mercato (magari perché è una nuova azienda e deve creare clientela oppure è una vecchia azienda ma deve rilanciarsi sul mercato) sarà disposto, in via promozionale e in un determinato lasso di tempo, a tenere i prezzi molto bassi per invogliare all'acquisto.

Bisogna però sempre leggere il contratto proposto con moltissima attenzione perché spesso, nel passaggio da un operatore all'altro, chiamato anche switch, le promozioni del nuovo operatore sono valide solo se il cliente non recede anticipatamente dal contratto.

In tal caso l'operatore può avvalersi del diritto, sempre se ciò è scritto nero su bianco, di riavere indietro, attraverso varie modalità, gli sconti applicati al cliente.